Venti punti di sconto medio, con picchi intorno al 25% per ecobonus, bonus facciate e bonus ristrutturazioni. E’ una crescita costante, nei mesi, delle percentuali di sconto: un bonus 50% a giugno 2021 si vendeva al 16,7% meno del suo valore nominale, oggi viaggia al 25,5% di riduzione. Nel mercato delle cessioni di crediti fiscali non ci sono solo banche, assicurazioni e utility. Alcune di queste transazioni passano da piattaforme digitali, marketplace che si occupano di intermediare i crediti. Una di queste è Sibonus, attivata da InfoCamere, la società delle Camere di Commercio per l’innovazione digitale. La dinamica di questi annunci (1.322 per un controvalore di 71,3 milioni di euro) consente di capire in che direzione si sta muovendo il mercato: ci sono sempre più crediti fermi nei cassetti fiscali, in attesa di essere ceduti, e sempre meno soggetti disponibili a comprare. Così, chi vuole vendere deve abbassare i prezzi. L’andamento degli sconti è eloquente. La media degli annunci a giugno 2021 riportava sconti del 17,51 per cento. A marzo 2022, dopo gli ultimi interventi del Governo e le diverse fasi di blocco del mercato, siamo saliti fino al 20,88%: una differenza di oltre tre punti. Su alcuni bonus, però, si sono concentrati scostamenti notevolissimi fino a quasi 9 punti. Il bonus ristrutturazione è passato dal 16,7% al 25,5% di sconto, l’ecobonus dal 17,6% a poco meno del 25%, il superbonus dall’8,7% all’11,8%. Fa eccezione solo il sismabonus, con sconti in riduzione: in questo caso le operazioni sono poche e i numeri meno significativi.
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