Fondo per l'ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita
La legge di Bilancio 2023 ha previsto un Fondo per l’ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita e di innevamento artificiale, promosso dal Ministero del Turismo, al fine di realizzare interventi di:
- ristrutturazione;
- ammodernamento;
- manutenzione.
Agevolazione
Il contributo a fondo perduto può arrivare ad un massimo di 10 milioni di euro su più anni, comprensivo di Iva (qualora non recuperabile dal beneficiario).
La dotazione finanziaria complessiva ammonta ad euro 50 Mln per il 2024.
Per quanto riguarda la realizzazione di progettualità innovative in ambito “snow-farming”, una tecnica per conservare la neve artificiale che permette di aprire in anticipo gli impianti, la misura massima è di euro 500 mila.
Regime di aiuti e cumulabilità
Le agevolazioni previste sono stabilite e concesse alle imprese beneficiarie in Regime GBER.
Soggetti beneficiari
La misura è riservata alle imprese, e alle loro aggregazioni dotate di personalità giuridica già costituite nella forma di consorzi, reti d’impresa costituite in forma di “rete soggetto” e società consortili, impegnate, anche in via non prevalente, in attività riferite ai seguenti codici ATECO:
- 49.39.01: gestioni di funicolari, ski-lift e seggiovie se non facenti parte dei sistemi di transito urbano o suburbano;
- 93.11.30: gestione di impianti sportivi polivalenti (purchè riferiti a imprese esercenti attività e gestione impianti di risalita);
- 93.11.90: gestione di altri impianti sportivi n.c.a (purchè riferiti a imprese esercenti attività e gestione impianti di risalita) e imprese di innevamento artificiale),
Progetti e spese ammissibili
Gli interventi della misura intendono promuovere l’attrattività turistica nei luoghi montani del nostro territorio e nei comprensori sciistici.
I finanziamenti che rientrano nel Fondo sono quindi i seguenti:
- ristrutturazione, ammodernamento e manutenzione di sistemi per l’innevamento delle piste, come ad esempio vasche o bacini di approvvigionamento idrico e altre soluzioni innovative;
- sostituzione, ammodernamento e manutenzione di sistemi per l’innevamento delle piste, come ad esempio vasche o bacini di approvvigionamento idrico e altre soluzioni innovative;
- realizzazione di progettualità innovative in ambito “snow-farming”.
- ottenimento delle autorizzazioni paesaggistiche per la realizzazione degli interventi finanziabili.
“Snow-farming”
La pratica dello “snow-farming” permette lo stoccaggio e la conservazione della neve durante il periodo della stagione estiva. Verso la fine dell’inverno, o nei mesi primaverili, vengono messi da parte grossi cumuli di neve naturale e/o artificiale, che verranno poi ricoperti da materiale isolante (come segatura, cippato di legno, corteccia spezzettata e paglia o materiali sintetici come geo-tessuti o schiume polimeriche).
Tra gli interventi ammessi, connessi allo “snow-farming” ci sono anche le attività di trasporto e posa della neve sulle piste e gli impianti sciistici. Questa pratica permette agli impianti di preparare la base per le piste e aprire così con largo anticipo per le vacanze invernali.
Presentazione della domanda
Le domande potranno essere tramesse dalle ore 12:00 del 24 giugno alle ore 12:00 del 27 settembre 2024, sull’apposita piattaforma informatica.
IMPRESA MADE IN ROMA AL FEMMINILE - BANDO 2024
Roma Capitale ha emanato l’edizione 2024 del bando Made in Roma al femminile, dedicato ai progetti imprenditoriali realizzati all’interno di contesti urbani vulnerabili di Roma, che promuove anche la cultura delle imprese al femminile. Come nella precedente edizione, è prevista, infatti, l’attribuzione di un punteggio specifico alle imprese costituite in prevalenza da donne.
Beneficiari: Made in Roma
Sono ammesse a presentare domanda di agevolazione le micro e piccole imprese, nuove o già esistenti, per la fornitura di servizi e la produzione di beni.
L’impresa a prevalente partecipazione femminile, in funzione della tipologia imprenditoriale, deve presentare le seguenti caratteristiche:
- la società cooperativa e la società di persone in cui il numero di donne socie rappresenti almeno il 60% dei componenti la compagine sociale;
- la società di capitale le cui quote di partecipazione spettino in misura non inferiore a due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne;
- l’impresa individuale la cui titolare è una donna.
Saranno ammesse a partecipare le imprese che assumeranno la forma di ditta individuale, società di persone, società di capitale, società cooperativa, con esclusione delle attività di lavoro autonomo. Lo status di impresa deve risultare dall’iscrizione al Registro delle imprese.
Sono ammessi i progetti orientati alla ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione, prevenzione e gestione del rischio ambientale, artigianato digitale, manifattura sostenibile o servizi per la crescita dell’occupazione, integrazione sociale e cultura.
Saranno inoltre valutati positivamente i progetti destinati a promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, la diffusione dei valori dell’imprenditorialità e del lavoro tra la popolazione femminile e a massimizzare il contributo quantitativo e qualitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale.
Zone urbanistiche ammissibili il bando si rivolge alle imprese presenti in una delle 64 zone urbanistiche di Roma con criticità socioeconomiche:
Testaccio, Esquilino, Val Melaina, Fidene, Serpentara, Tufello, Aeroporto dell’Urbe, Settebagni, Bufalotta, Casal Bruciato, Tiburtino Nord, S. Basilio, Tor Cervara, Casal de’ Pazzi, Settecamini, Torpignattara, Casilino, Quadraro, Gordiani, Centocelle, Alessandrino, Tor Sapienza, La Rustica, Casetta Mistica, Centro Direzionale, Torrespaccata, Torre Maura, Giardinetti-Tor Vergata, Acqua Vergine, Lunghezza, Torre Angela, Borghesiana, S. Vittorino.
Spese ammissibili:
1) Studi di fattibilità, progettazione esecutiva, direzione lavori, servizi di consulenza e assistenza finalizzati alla redazione del business plan, complessivamente nel limite del 10% del totale del programma di investimenti;
2)Acquisto brevetti, registrazione del marchio aziendale, realizzazione sito WEB, realizzazione di sistemi qualità e/o ambientali, certificazioni qualità e/o ambientali, ricerca e sviluppo, licenze, know-how o altre forme di proprietà intellettuale;
3)Spese di ristrutturazione, ammodernamento e per l’abbattimento delle barriere architettoniche presso la sede operativa, di proprietà o in locazione;
4)Acquisto di impianti specifici, macchinari e attrezzature, funzionali alle finalità e alle caratteristiche del progetto;
5)Acquisto sistemi informativi integrati per l’automazione, inclusa l’acquisizione di sistemi finalizzati all’adozione di tecnologie ICT e IA; acquisizione di servizi erogati in modalità cloud computing e saas (Software as a service); impianti automatizzati o robotizzati;
6)Investimenti atti a consentire che l’impresa operi nel rispetto di tutte le norme di sicurezza dei luoghi di lavoro, dell’ambiente e del consumatore;
7)Spese per la formazione del personale nelle discipline cosiddette “STEM”:
Contributo
- Dotazione finanziaria: 500.000 euro.
- Il contributo erogato sarà a fondo perduto.
- Il finanziamento coprirà una quota compresa tra il 50% e il 70% del totale degli investimenti, con un tetto massimo di 80.000 euro per progetto.
Criteri di valutazione dei progetti
I progetti saranno valutati da una Commissione di Valutazione appositamente costituita.
Prima della valutazione, si esamineranno i requisiti di ammissione dei proponenti. Saranno considerati idonei i progetti che otterranno almeno 60 punti su 100, con un piano di investimenti ritenuto congruo, i punteggi si baseranno su due indicatori: a) potenzialità del progetto e b)aspetti occupazionali.
La graduatoria finale sarà determinata dai punteggi ottenuti nelle fasi di ammissione e valutazione.
Scadenza e Modalità di Invio della Domanda
- Scadenza: 11 dicembre 2024.
- Le domande devono essere inviate tramite PEC all’indirizzo: protocollo.famigliaeducazionescuola@pec.comune.roma.it (mailto:protocollo.famigliaducazionescuola@pec.comun.roma.it).
- Per presentare domanda di agevolazione, è obbligatorio utilizzare la modulistica allegata al bando. La domanda deve essere completa in tutte le sue parti, accompagnata da una copia del documento di identità del rappresentante legale o del proponente e dai documenti richiesti nel modello. L’oggetto della PEC deve riportare la dicitura specifica del bando.
Se sei socio di Confcommercio Roma, ti viene offerta gratuitamente la fase di pre-ammissibilità, per verificare se il tuo progetto può accedere al bando.
Made in Italy, tutela dei marchi di particolare interesse e valenza nazionale: pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministro.
Il MIMIT potrà acquisire la titolarità dei marchi del Made in Italy delle imprese che cessano la propria attività e autorizzarne la concessione agli operatori nazionali ed esteri che investono in Italia.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al fine di garantire la tutela dei marchi di particolare interesse nazionale e prevenire la loro estinzione, in attuazione della Legge “Made in Italy” (2026/2023), ha adottato il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con il quale sono stati stabiliti i criteri e le modalità di attuazione della procedura di subentro, da parte del Ministero, nella titolarità dei marchi di imprese che cessano definitivamente la propria attività.
La disposizione ha come finalità quella di non disperdere il patrimonio, rappresentato dai marchi del Made in Italy, registrati o per i quali sia dimostrabile l’uso continuativo da almeno 50 anni, che godono di una rilevante notorietà e sono utilizzati per la commercializzazione di prodotti e servizi realizzati da un’impresa produttiva nazionale di eccellenza collegata al territorio nazionale.
Il decreto, in particolare, prevede due linee di intervento: la prima, che riguardai marchi collegati a imprese che intendono cessare l’attività, la seconda, rivolta ai marchi per i quali si presume il non utilizzo da almeno cinque anni.
In relazione alla prima linea di intervento sarà emanato, entro 60 giorni, un successivo decreto ministeriale, con il quale sarà definita la modulistica, la data di avvio della procedura e le eventuali ulteriori indicazioni di carattere operativo che le imprese dovranno seguire.
Nel caso in cui la Direzione Generale per la politica industriale, la riconversione e la crisi industriale, l’innovazione, le PMI e il Made in Italy manifesti l’interesse a subentrare nella titolarità, l’impresa concederà gratuitamente il marchio con apposito atto.
Per la seconda linea di intervento, il MIMIT, in caso di accertamento della decadenza del marchio per mancato utilizzo da almeno cinque anni, potrà depositare domanda di registrazione del marchio a proprio nome e autorizzarne la titolarità alle imprese nazionali ed estere che intendono investire in Italia o trasferire in Italia attività produttive ubicate all’estero, mediante contratto di licenza gratuita per un periodo non inferiore a 10 anni.
Regione Lombardia - basket bond per le filiere
Sono partiti il 3 settembre u.s. gli incentivi della Regione Lombardia per realizzare la transizione digitale delle imprese e supportare le filiere produttive nella creazione di progetti di sviluppo sostenibile.
La necessità di trovare risorse aggiuntive, da destinare al piano di sviluppo regionale, ha spinto la creazione di innovativi strumenti di supporto finanziario, gestiti da operatori differenti da quelli bancari. Come i basket bond, fondi che le PMI possono ottenere grazie alla emissione di obbligazioni. L’iniziativa è sostenuta dalla Regione Lombardia mediante la concessione della garanzia e del contributo a valere sul fondo BB Fi.Lo. affidato in gestione alla Finlombarda. Più tradizionali, invece, gli incentivi concedibili per gli investimenti per la transizione digitale che si sono aperti il 3 settembre.
Basket Bond
Il basket bond Lombardia è un programma di finanziamento che permette alle imprese di emettere dei mini bond, ovvero titoli di debito di piccole dimensioni. Questi mini bond vengono poi raggruppati in un unico strumento (il basket bond) e offerti agli investitori. Beneficiarie sono le PMI lombarde, facenti parte di filiere produttive, che intendono realizzare progetti di sviluppo sostenibile e innovativo.
L’agevolazione regionale si compone di una garanzia che copre il 100% dei mancati pagamenti di capitale e interessi su ciascun mini bond, entro il limite del 25% dell’ammontare di ciascun portafoglio di minibond e di un contributo a rimborso dei costi sostenuti per la strutturazione ed emissione degli stessi, entrambi a valere sul Fondo BB Fi.Lo.
I requisiti previsti per ciascun minibond sono: valore massimo di 10 milioni, durata nominale massima non superiore a sette anni, comprensivi di eventuale preammortamento non superiore a due anni. Si può fare domanda dallo scorso 3 settembre e fino al 29 maggio 2026.
Transizione digitale
La finalità del bando indetto dalla Regione Lombardia è il sostegno all’accelerazione del processo di trasformazione digitale delle imprese, tramite l’investimento in nuove tecnologie come fattore di produttività e, quindi, di sviluppo e rilancio della competitività internazionale.
La dotazione finanziaria è di 20 milioni. L’agevolazione, di cui possono usufruire le Mpmi lombarde, consiste in un contributo s fondo perduto concesso ed erogato fino al 50% delle spese ammissibili. L’agevolazione concedibile è max 100mila euro. Gli interventi dovranno prevedere, in primo luogo, la misurazione della maturità digitale dell’impresa, che consenta alle aziende di valutare il proprio livello di digitalizzazione e le aree carenti.
Le spese ammissibili del progetto di investimento sono: acquisto di servizi informatici e/o tecnologie connesse alla realizzazione dell’intervento attuativo, servizi di formazione e accompagnamento funzionali alle tecnologie introdotte.
Le domande possono essere presentate solo online dal 3 settembre al 29 maggio 2026.
Camera di Commercio di Roma - Bando CER - Comunità Energetiche Rinnovabili 2024
La Camera di Commercio di Roma, nell’ambito delle attività finalizzate alla transizione ecologica delle Imprese del territorio, sostiene la costituzione di nuove Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) costituite in forma di impresa e tra imprese di Roma e Provincia.
Il voucher è concesso alla CER che presenta la domanda, se già costituita, ovvero all’Impresa mandataria che trasmette la domanda per una CER costituenda.
Requisiti delle Comunità Energetiche Rinnovabili
Sono ammissibili alle agevolazioni di cui al Bando le Comunità Energetiche Rinnovabili di cui all’art. 31 del D. Lgs. n. 199 del 2021 in possesso dei segg. requisiti:
a) essere costituite esclusivamente in forma di impresa e risultare regolarmente iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Roma con sede legale e unità locale/operativa nella provincia di Roma. L’iscrizione deve intervenire obbligatoriamente nel periodo 16 settembre 2024 – 31 marzo 2025;
b) essere costituite esclusivamente da imprese iscritte con sede e/o unità locale a Roma e provincia;
c) essere attive e aver dichiarato al Registro delle Imprese della Camera l’attività svolta;
d) essere in regola con il pagamento del diritto annuale. Il controllo sulla regolarità del diritto annuale si estende agli ultimi cinque anni escluso il corrente;
e)non essere in stato di fallimento, liquidazione (anche volontaria), amministrazione controllata, concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente ai sensi della normativa vigente;
f) avere legali rappresentanti, amministratori (con o senza poteri di rappresentanza) e soci per i quali non sussistano cause di divieto, di decadenza, di sospensione;
g) aver assolto gli obblighi contributivi previsti dalla normativa vigente e certificati attraverso DURC regolare, che la Camera provvederà a richiedere ai fini dell’erogazione del contributo concesso, eventualmente attivando la procedura di intervento sostitutivo;
h) non avere forniture in essere con la Camera;
i) non avere pendenze in Corso con la Camera.
Se la domanda di contributo viene presentata per una CER costituenda da parte dell’Impresa mandataria, questa deve possedere i requisiti indicati dal comma precedente, salvo il requisito temporale relativo alla costituzione.
Contributo alle Comunità Energetiche Rinnovabili
Il Bando CER – Comunità Energetiche Rinnovabili 2024 prevede un contributo per ogni CER ammessa pari al 70% delle spese sostenute fino al tetto massimo di Euro 25.000,00. Il contributo verrà liquidato solo a fronte dell’avvenuta costituzione della Comunità in forma di impresa e fra imprese del territorio entro il termine di rendicontazione delle spese sostenute previsto dal Bando (31 marzo 2025).
Le risorse messe a disposizione delle imprese per la misura ammontano a complessivi Euro 1.000.000,00.
Spese ammissibili
A. studi di fattibilità tecnico-economica finalizzati alla costituzione della CER;
B. realizzazione della documentazione tecnica, amministrativa e giuridica necessaria alla costituzione della CER, ivi inclusa la redazione del business plan;
C. spese progettuali e legali per la creazione della CER;
D. spese legali per la costituzione della CER;
E. audit energetico e diagnosi energetica dei processi della CER;
F. piano di efficientamento energetico;
G. sistemi di gestione energetica ISO 5001.
Modalità di invio della domanda
Le domande devono essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica con firma digitale del Legale Rappresentante/Titolare dell’Impresa richiedente, attraverso Webtelemaco dalle ore 14,00 del 16 settembre 2024 alle ore 14,00 del 15 novembre 2024.
Il fintech fatica con Pmi e professionisti: non è considerato ancora una risorsa
Non è un problema di consapevolezza delle proprie esigenze o di focalizzazione sui passi da compiere per migliorare la gestione del proprio business. E neppure di scarsa percezione delle potenzialità del digitale. A frenare le piccole e medie imprese e i professionisti nell’adozione delle nuove tecnologie a supporto delle attività di ordine amministrativo e finanziario è, ancora una volta, la fortissima propensione a mantenere vecchie abitudini e a privilegiare soluzioni tradizionali, senza approfondire in modo adeguato le opportunità offerte dagli strumenti di finanza innovativa disponibili.
Questa paura del cambiamento, se tale si può definire questo approccio, emerge in modo evidente da una recente indagine qualitativa condotta dall’istituto di ricerca Rfr International per conto della fintech Tot, piattaforma di finance management attiva da marzo 2022 con oltre 1.200 aziende fino a 9 dipendenti in portafoglio, e finalizzata a comprendere le aspettative di Pmi e liberi professionisti in merito al loro rapporto con il digitale.
L’indagine fotografa, infatti, una chiara diversità di atteggiamenti nei confronti del conto aziendale, che vede da un lato i professionisti averne spesso uno solo e con le stesse caratteristiche di quello personale (stessa banca, tipologia e persona di riferimento) e dall’altro le microimprese che ne utilizzano più di uno, associato a specifiche funzioni e scelto in base a caratteristiche solitamente di natura economica (interessi migliori, costi ridotti, funzioni ad hoc e altro).
Ad accomunare i due mondi, per contro, c’è per l’appunto un approccio “old style”, riconducibile a operatori bancari tradizionali e ancorato a scelte operate anche molto tempo indietro, che non vengono messe in discussione fin quando non intervengono esigenze nuove e pressanti, come il bisogno di una surroga o l’esigenza di accendere un leasing, l’urgenza di anticipi/crediti o il lievitare incontrollato dei costi del conto corrente.
In assenza di stimoli esterni o impellenze legate a un cambiamento di ordine operativo (come per esempio lo spostamento delle domiciliazioni e la comunicazione a fornitori/clienti, la ricompilazione dell’elenco beneficiari o creditori) e a causa di una superficiale valutazione delle diverse proposte, ecco che professionisti e Pmi rimangono fedeli al canovaccio consolidato, aumentando il rischio di appesantire i processi e di non approfittare dei vantaggi in termini di efficienza e velocità garantiti dagli strumenti digitali.
Come si legge ancora nell’abstract dello studio, in effetti, se l’home banking è uno strumento esclusivo di operatività quotidiana e se la possibilità di operare in piena autonomia e sicurezza online senza perdere tempo recandosi in filiale raccoglie pareri più che positivi, i soggetti intervistati mostrano un atteggiamento quasi univoco di resistenza verso una proposta di piattaforma completamente digitale, senza touch point fisici sul territorio.
Da dove nasce questa diffidenza? Non vi sono motivazioni concrete e razionali, ma è prevalente il timore irrazionale di perdere figure di riferimento “umane”, a cui di fatto raramente si fa riferimento ma la cui sola esistenza dà sicurezza. Un sentiment contraddittorio, insomma, rafforzato anche dalla centralità attribuita al servizio di customer care, che nel caso sia gestito da persone reali, (e non da meri risponditori automatici o chatbot evoluti) rappresenta di per sè un valore per il cliente finale in termini di assistenza e consulenza.
Ciò che chiedono puiccole imprese e professionisti, in generale, è un rapporto di partnership con il proprio interlocutore finanziario e non di semplice fornitura, fermo restando che l’economicità del conto rimane un elemento centrale di valutazione di un servizio. Come ha evidenziato anche Bruno Reggiani, Coo e co-founder di Tot, “è però necessario un cambiamento culturale che i giovani hanno già fatto, rendendoli pronti a cogliere il valore aggiunto dei servizi digitali. E’ corretto essere attenti alla solidità della realtà a cui si affida il proprio business, ma è indubbio che sul mercato siano presenti attori digitali monitorati e vigilati che garantiscono le stesse tutele del sistema bancario tradizionale”.
Personalizzazione ed evoluzione dell’offerta, assistenza continua e rapidità di risoluzione dei problemi, procedure semplificate e veloci sono le voci più importanti nella casella “richieste”, con i soggetti più giovani e tecnologicamente più aggiornati che dimostrano una minore predisposizione all’inerzia (circa vecchie abitudini di finance management) e a un approccio contraddittorio.
La maturazione del fintech e delle piattaforme di finanza alternativa gioca ovviamente a favore di questa migrazione da tradizionale a digitale e uno studio recente di Qonto – altra piattaforma di business finance management, francese di origine ma da tempo radicata in Italia -, condotto in collaborazione con l’agenzia Cint, rileva in proposito come l’87% degli italiani (percentuale che raggiunge il 93% nella fascia tra i 18 e i 24 anni) utilizzi regolarmente almeno un’app per pagamenti, attività bancarie, prestiti o altre attività finanziarie nella propria vita personale o professionale.
Oltre il 76% dei soggetti intervistati, inoltre, dichiara di possedere almeno un conto online (personale o aziendale) mentre quando si parla di gestione del denaro in modalità digitale i servizi e i prodotti fintech sono considerati affidabili e sicuri dall’85% degli intervistati, e di questi il 46% ritiene che lo siano quanto o più di quelli tradizionali.
Considerando che il 68% degli italiani preferisce effettuare pagamenti tramite carte di credito e debito o pagamenti via app, contro solo il 32% di chi risponde di prediligere i contanti, perchè c’è ancora una diffusa diffidenza nell’adozione sistemica di questi strumenti per gestire la finanza in ambito professionale?
La risposta, per quanto sorprendente, sta nella scarsa conoscenza della materia: oltre la metà del campione oggetto di indagine conferma di aver sentito parlare di fintech ma non conosce l’argomento o lo conosce poco e un terzo non ne ha mai sentito parlare.
A far ben sperare in un’inversione di tendenza c’è comunque un dato. Chi più conosce l’argomento è generalmente chi fa impresa, con il 15% di professionisti o imprenditori intervistati a ribadire una conoscenza approfondita dell’argomento (a fronte però di un 22% che non ha mai sentito parlare prima).
Come osserva Mariano Spalletti, country director di Qonto in Italia, la sintesi di tutti questi indicatori conferma come “l’Italia sia, a dispetto di quanto si creda, un Paese in crescita per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia applicata alle finanze, ma c’è ancora bisogno di fare educazione sul tema per accompagnare le aziende a sfruttare appieno il pieno potenziale di un’innovazione che ormai è da considerare oggi più che mai necessaria e imprescindibile”.
di Gianni Rusconi
6 aprile 2023
Mutui, rimborsi parziali per chi estingue un mutuo anticipatamente
Chi ha estinto un mutuo anticipatamente non avrà diritto a riottenere anche i costi iniziali del finanziamento (noti come up front) ma solo una riduzione pro-quota dei costi che dipendono dalla durata del credito (tipicamente gli interessi). A deciderlo è stata la Corte di Giustizia europea che si è espressa sulla questione, aperta prorio dai giudici di Lussemburgo con il “caso Lexitor”, valido però per il credito al consumo.
Le conseguenze sulla Lexitor
Ad incidere sulla decisione ora assunta dalla Corte hanno molto probabilmente pesato anche le conclusioni dell’avvocato generale presso la Corte di Giustizia Manuel Campos Sànchez-Bordona, che aveva proposto in via principale di limitare il rimborso, in caso di estinzione anticipata, ai soli costi recurring (così implicitamente criticando la sentenza Lexitor scritta quando lui non ricopriva tale ruolo).
Costo dell’energia, per le Pmi non è più un “tabù”.
Il costo dell’energia è un problema molto sentito dalle Pmi. Mentor, grazie all’intervento di Sace BT, sostiene l’intera filiera garantendo il pagamento delle bollette ai fornitori.
L’incremento del costo dell’energia è un tema molto attuale visto il clima di forte agitazione internazionale che stiamo attraversando. Lo scoppio della guerra russo ucraina lo scorso mese di febbraio, ha effettivamente acuito una situazione di per sé già critica; dovendo circoscriverlo in un orizzonte temporale infatti, l’aumento del costo dell’energia è databile a fine anno 2021.
Costo dell’energia: un doppio problema.
In realtà gli imprenditori hanno dovuto affrontare (e lo stanno facendo tuttora) un problema di natura duplice. L’aumento del costo dell’energia, a monte, ha “incontrato” a valle gli strascichi della pandemia che hanno causato l’inevitabile chiusura dei mercati di sbocco. È poi intervenuta la guerra che ha generato l’esplosione del costo dell’energia e la chiusura a est dei mercati.
Costo dell’energia aumentato? Ecco perché Mentor.
Mentor arriva in soccorso delle Pmi in difficoltà che non riescono ad adempiere ai loro contratti di fornitura dell’energia. Lo fa in maniera semplice e chiara come chiari - del resto - sono gli strumenti messile a disposizione dalle sue società partner.
Sace, realtà a sostegno delle imprese italiane, è una di queste. È Sace (in particolare la sua società di assicurazioni a breve termine, Sace Bt) ad offrire le più ampie garanzie di pagamento ai fornitori di energia, dopo che il “decreto energia”, emesso a marzo dal Governo, ha consentito alle imprese di rateizzare le fatture del periodo maggio/dicembre.
Come funziona il prodotto “Cauzione energia Pmi”.
Quale il rimedio efficace per contrastare i rincari e il costo dell’energia? Con la “Cauzione energia Pmi”, alle piccole e medie imprese fino a 50 mln di fatturato, viene data la possibilità di rateizzare le bollette fino ad un massimo di 24 mesi a fronte della presentazione di una garanzia di pagamento. Sace Bt interviene col suddetto prodotto (una fidejussione assicurativa) che assolve ad una duplice finalità:
- Dare respiro alle imprese;
- garantire il fornitore a monte della filiera.
I criteri di accesso a tale garanzia di pagamento sono pochi, semplici e oggettivi. Si prendono in considerazione dati di bilancio che non devono presentare negatività. Il processo, inoltre, risulta molto più fluido perché viene stipulato un accordo a monte, ovvero condiviso con il venditore di energia; è a questo che viene richiesta la possibilità di rateizzare e una volta eseguito lo screening dell’azienda si concorda il piano d’ammortamento. Una grande novità riguarda le modalità d’accesso alla garanzia: interamente digitalizzate. L’imprenditore stipulerà la polizza direttamente sulla piattaforma online dopo essersi registrato, una volta inseriti i dati (tra cui durata e importo da rateizzare) e dopo la valutazione finale di Sace Bt. In caso di esito positivo il cliente troverà una bozza di polizza da firmare in digitale. Il tempo richiesto per l’emissione è di 8/10 giorni. È a quel punto che il cliente potrà presentare tutta la documentazione al fornitore di energia.
Mentor, a sostegno delle Pmi con l’ausilio del Fintech.
Mentor è il mediatore creditizio ideale per le Pmi che vogliono accedere al credito, mettendo in atto la rivoluzione culturale del Fintech.
La storia personale di Pasquale Santomassimo confluisce in quella della sua “creatura”, Mentor, società di consulenza e mediazione creditizia da lui fondata nel 2008.
Ai tempi il core business di Mentor consisteva nella consulenza ad aziende strutturate, appartenenti al segmento delle “Mid and large corporate”. Mentre ad oggi la Mentor sta attuando una vera e propria rivoluzione culturale rivolgendosi non più alle grandi aziende ma alle Pmi del Lazio ed in particolare a quelle del territorio di Latina e Provincia.
Sostegno alle Pmi, cosa cambia rispetto al passato?
Nel tempo, le regole imposte a livello comunitario dall’EBA (European Banking Authority) per la gestione degli Istituti bancari, hanno reso più stringenti le condizioni per la valutazione del merito creditizio delle Pmi. Questo ha fatto sì che le aziende bancarie accentuassero i controlli sui processi istruttori ad esse dedicati indirizzandosi, di contro, sempre più verso le medie/grandi imprese, le uniche in grado di fornire set documentali completi (bilanci certificati, piani programmatici, studi di settore, budget pluriennali, etc.); le uniche in grado di sostenere un’organizzazione del lavoro di alto livello e di assicurare una gestione aziendale rispondente alle richieste degli stakeholder.
In soldoni questo si è tradotto nella riduzione del sostegno alle piccole e medie imprese.
Parliamo di “Fintech”.
Cambiano le regole e cambia la struttura del mercato. È un “mondo” economico in continua evoluzione ed è consolidata l’esigenza di nuove metriche per valutare il merito creditizio delle Pmi. Qui viene in soccorso il Fintech, un modo nuovo di fare banca ereditato dal contesto anglosassone che poggia le fondamenta su tre pilastri fondamentali:
- L’intelligenza artificiale (Ai);
- il Machine learning;
- l’’Open banking.
Mentor va a colmare una nicchia nuova intrecciando accordi commerciali con le società che per fare banca ricorrono a questi strumenti informatici.
Tramite l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’open banking si elaborano dati che fotografano lo stato di salute dell’azienda “al momento”, migliorando così la disponibilità di informazioni maggiormente predittive rispetto a quelle utilizzate fino ad oggi.
Il responso è pressoché immediato, anche nel giro di 24 ore. Vengono presentati i set documentali essenziali in linea con le esigenze delle Pmi.
Mentor ha scelto Fintech. Mentor diventa dunque l’alternativa plausibile per le Pmi in cerca di credito; l’interlocutore su misura per “dialogare” con un sistema economico che oggi meglio risponde alle loro esigenze.
Crowdfunding verso il registro. Consob e Bankitalia in campo
A quasi un anno (novembre 2021) dall’entrata in vigore del Regolamento Europeo sul crowdfunding, l’Italia, rispetto a Paesi come Francia e Germania, è ancora indietro perchè non è stato ancora varato il decreto legislativo di attuazione che precisa tra l’altro compiti e ruoli delle autorità competenti per l’autorizzazione e la supervisione dei prestatori di servizi di crowdfunding, dando il via libera al tutto. Il passaggio non è di poco conto perchè il nuovo regolamento, pur esponendo gli operatori ad una maggiore concorrenza, ne amplia le opportunità grazie proprio all’operatività legata all’iscrizione nel registro europeo. Ora Consob e Banca d’Italia, le authority designate a concedere il lascia passare e a vigilare sull’operato delle piattaforme, nell’attesa che l’iter sia ultimato (non meno di sei mesi visto il nuovo Governo) sono disponibili a guidare con interlocuzioni informali gli operatori che intendono presentare le domande, fornendo se necessario chiarimenti.
L’annuncio di ieri va di pari passo alla ratifica, pubblicata sempre ieri sulla Gazzetta Europea, della proroga del periodo transitorio, annunciata a luglio, che consente agli operatori già autorizzati (in Italia una cinquantina) di continuare ad operare fino al 10 novembre 2023 in attesa dell’iscrizione nel registro europeo.
Resta inteso che i procedimenti amministrativi di auorizzazione saranno avviati solo dopo che si sarà completato il quadro normativo, e di conseguenza gli operatori potranno solo allora presentare formale istanza di autorizzazione. Ad aspettare l’avvio del Regolamento europeo solo nell’ambito dell’equity crowdfunding ci sarebbero già circa 100 piattaforme. Queste dovranno valutare accuratamentegli interventi necessari ad assicurare il rispetto dei nuovi requisiti e dotarsi di assetti organizzativi e di controllo idonei a presidiare il corretto svolgimento dell’attività, in vista della presentazione della domanda di autorizzazione.
Il Regolamento introduce per la prima volta una disciplina comprensiva per il lending crowdfunding, mentre sostituisce quella nazionale prevista per i gestori di portali di equity crowdfunding. Gli operatori dovranno rispettare requisiti prudenziali e dotarsi di assetti organizzativi idonei ad assicurare l’adeguata gestione dei rischi e la continuità dell’operatività così come previsto dalle norme. Il Regolamento introduce inoltre norme a tutela degli investitori ispirate a quelle della Direttiva MIFID2. Sono aspetti di centrale rilievo per l’operatività dei fornitori di servizi di crowdfunding, come le misure e le procedure per il piano di continuità operativa, la scheda contenente le informazioni chiave sull’investimento e i conflitti di interesse. Per Sergio Zocchi, Presidente di ItaliaFintech, l’associazione dei principali operatori fintech in Italia, l’iniziativa di Banca d’Italia e Consob rappresenta un importante passo avanti. “Di fatto apre le porte a forme di interazione informale che sottolinea Zocchi -, da quanto appare potrà avere ad oggetto aspetti concreti dell’istanza. Siamo lieti di vedere che è stato raccolto il nostro suggerimento di avviare un cd pre-filing per le piattaforme a supporto di una transizione verso il nuovo regolamento europeo”.
Lucilla Incorvati
Da IL SOLE 24 ORE