Rallenta ma non si ferma. Gli ultimissimi dati, aggiornati a fine settembre, sul crowdfunding confermano una diminuzione del ritmo di crescita di questo settore. L’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano mostra tutto sommato un buono stato di salute di questa forma di raccolta diffusa di denaro destinata alle imprese (equity crowdfunding). I ticket minimi degli investitori, che sono in genere risparmiatori comuni (ma in alcuni casi anche qualificati), partono da 250 euro e consentono una deduzione fiscale fino al 50 per cento.

“Considerando il paragone tra lo scorso mese di settembre e lo stesso mese del 2021 – commenta Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio – è possibile notare una diminuzione sia nel numero di campagne che si sono concluse con successo, sia nell’ammontare raccolto”. La raccolta del terzo trimestre del 2022 è stata di 32,2 milioni contro i 33 dell’analogo periodo dello scorso anno. Il rallentamento, però, si vede soprattutto con i dati più recenti: nel settembre scorso la raccolta è stata di 7,05 milioni contro i 15,8 dello stesso periodo del 2021. Mentre le campagne di successo sono state 14, contro le 24 di un anno prima.

A confermare il rallentamento è anche l’Italian equity crowdfunding Index calcolato dall’Osservatorio. “L’indice – spiega Matteo Conti, project manager all’Osservatorio – permette di tener traccia degli apprezzamenti e dei deprezzamenti successivi al primo round di crowdfunding di ogni singola impresa e fornisce una stima dell’andamento generale del settore”. Al primo ottobre 2022 l’indice valeva 174,87 punti contro i 167,42 dello stesso giorno del 2021. Ma da gennaio scorso l’indice è aumentato di soli 3,29 punti, contro i 15,42 dei nove mesi del 2021.

Le ragioni del rallentamento sono in buona parte collegate al momento che stiamo vivendo. “Sicuramente – spiega Giudici – la situazione macroeconomica generale non è terreno fertile per questoi tipo di mercato.  Le società che raccolgono capitali tramite strumenti online sono per lo più startup innovative e Pmi, che sicuramente hanno una situazione di equilibrio finanziario fragile, inasprita da quelle che sono le conseguenze del panorama europeo”. In parte, tuttavia, il rallentamento del 2022 è collegato anche al fatto che nel 2021 si ebbe un boom di invesimenti grazie al rilancio post-pandemia: “Molte campagne si erano bloccate nel 2020, e gli imprenditori avevano rinviato al 2021”.

Tuttavia un comparto almeno è andato in controtendenza, quello immobiliare: la raccolta nei primi nove mesi del 2022 è stata di 29,7 milioni, contro i 28,8 dello stesso peiodo del 2021. Le campagne sono tuttavia diminuite da 19 a 15. “Si è andati verso la creazione di campagne immobiliari il cui obiettivo è quello di raccogliere considerevoli somme di denaro”, spiega GIudici, “E quì i ticket minimi sono in genere molto più alti: 1.000, 2.500, 5.000 euro”. A favorire la raccolta nell’immobiliare c’è anche il fatto che è spesso facile trovare tra i documenti allegati presenti sulla piattaforma anche un “rating score” che misura il livello di rischio che l’investitore corre.

Due gli ostacoli che potrebbero ulteriormente rallentare la raccolta nei prossimi mesi. Il primo è la corsa dei prezzi al consumo. “L’alta inflazione – dice Giudici – danneggia le startup e le Pmi che si ritroveranno a sostenere maggiori spese, a cominciare dall’energia. Dall’altro lato, un valore alto dell’inflazione andrà a influire negativamente sul rendimento reale dell’investimento”.

L’altro ostacolo è rappresentato dal fatto che l’Italia è in ritardo con l’adeguamento della normativa Ue, ovvero l’Ecsp (European Crowdfunding service provider), che ha l’obiettivo di creare un framework uniforme per i Paesi dell’Unione. Il regolamento è stato infatti posticipato di un anno, al 10 novembre 2023.

Adriano Bonafede

A&Finanza del 17 ottobre 2022